Le persone
consapevoli della loro bruttezza
si abbruttiscono
con inconsce espressioni orribili
Non sono poi così brutte
come pensano di essere
Le persone
consapevoli della loro bellezza
si abbelliscono
sorridendo amabilmente
sempre inconsciamente
Non sono poi così belle
come pensano di essere
Poi ci siamo noi
che nello specchio
vediamo solo ciò che sta intorno
alla nostra figura
Non ci consideriamo
parte del tutto
ma semplici
osservatori invisibili

Trovando il modo
di viaggiare nel tempo
sarebbe buffo
scoprire
che è tutto al contrario
di quanto ci hanno raccontato
nostra madre con un uomo sconosciuto
nostro nonno partigiano vestito da fascista

Queste segretarie belle
giovani e alte
con le tette dritte
e i capezzoli a punta
imbarazzano questi ricchi
ciccioni sognanti
che camminano ciondolanti
sbavando come lumache
I ciccioni
le segretarie
le hanno assunte e pagate
Sono belle giovani e alte
con le tette dritte
e i capezzoli a punta
anche quando fanno la cacca
Questi ciccioni attempati
non potevano avere
belle giovani e alte
con le tette dritte
e i capezzoli a punta
senza dare qualcosa in cambio
Pagano per averle accanto
gli basta quello
per loro è già tanto

L’infanzia dorata
tra nuvole e balocchi
in spiaggia a sentire il vento

In cima al palazzo
giochi di bimbi
tra le nuvole
ci osservano

Il cavallo svedese
si perse
correndo sulla spiaggia
incontrò nuovi amici

Lo Stato di perfetta felicità
delle anime del Paradiso
La morte di un fiore
L’esplosione della natura
in colante colore
In-possibile unione
con l’umano spirito
Come sesso con i fiori
stupro della natura
Nel tutto che ci pervade
si annulla l’ansia dell’attesa
L’occhio della provvidenza
come lucerna del corpo
dove tutto è nella luce
Occhio del grande Altro
che non sappiamo
chi sia
cosa stia osservando
e nemmeno perché
ma solo che osserva
sempre

Il treno regionale
con porte verdi fosforescenti
e strisce bulgare sulla fiancata
azzurro carta da zucchero e giallo acido
tendine azzurro sporco
a incorniciare finestrini bloccati
sedili plastico-termo-pressati
decorati con texture di fine millennio
Tutto gli ricordava
il gusto social-futurista
del glorioso tempo passato
del paese locomotiva del mondo
e notti magiche inseguendo un gol

I vecchi si pigliavano tutto
anche le ragazzine sprovvedute
dai turgidi capezzoli
che sceglievano uomini ricchi
per la propria immaginaria vittoria sociale
Le belle si comportavano come monete
da scambiare
Era un mondo senza cibo e cure per tutti
per i gatti si ingaggiavano chef personali
per i cani si pagavano dentisti professionali
Al primo posto della classifica
dei libri più letti
resisteva da otto settimane
il manuale pratico
“Scoreggiare senza cagarsi addosso”
Al nord si progettavano siti porno
i computer andavano a carbone e bestemmie
Al sud nascevano solo bidelli
li pagavano per farli rimanere pezzenti
Si viveva nell’interregno tra due ere
tutti affaccendati
tra cazzate mondiali
e cagate galattiche
timorosi di scoprire che Dio
non fosse affatto morto
ma stesse solo aspettando
di fare la sua grande entrée
tra esplosioni vulcaniche
e meteoriti infuocati

Migliaia di anni
che ci applichiamo
nel costruire armi
che distruggano
le armature
dei nemici
mentre i nostri nemici
si applicano
a costruire armi
per distruggere
le nostre armature

Ma i ritardati
sognano su cuscini
di lana di pecora mongola?
In questo locale marittimo
arredato da un folle
in stile barca montanara
baita sommergibile
caravella valdostana
con controsoffitto e neon
da ufficio comunale
e foto alle pareti
che ritraggono il proprietario
assieme a personaggi
che dovrei conoscere
Non potevo che trovare
personaggi ambigui
Anziane in grembiule
gambaletti e ciabatte
Chef magrebini
che parlano genovese

Per arrivare fin qui
ho dovuto viaggiare due ore
schiacciato su una ciccione nera
che parlava da sola
Il dilemma di vivere accanto
a pazzi che si sentono normali
Voi ristoratori che vi approfittate
dei folli ciccioni
facendoli mangiare fino alla morte
nei vostri onesti locali
Il ponente ligure in treno
è ancora un epopea
come un viaggio della speranza
tra femmine esaltate
e pazzi consumati dal sale
Certe case sulla riviera
meriterebbero una pulizia architettonica
una polizia estetica
Ad Alassio piango sempre
Sono l'unico che conosco
a voler viaggiare
e morire
da solo

Città in verticale
di antiche glorie
barocche
Crolla sotto la pioggia
nei cantieri infiniti
tra abitanti rassegnati
dai culi tondi e tonici
Tutta l’italia sembra edificata
dagli stessi architetti
abitata dagli stessi mega negozi
sotto i portici
Di nuovo fuggito da Torino
latitante
ma piove anche qua
in barca è come sul tagadà
Palazzi di pura meraviglia
in mezzo a vicoli di un dedalo
speranza usodimare testadoro
Papa Lepre Umiltà
Da Keith Jarrett a Frank Zappa
Attento a dove vanno gli husky
E non mangiare quella neve gialla

A metà tra Disneyland e Dio
umido muschio in bilico
tra trascendenza e pacchianata
dove campanili storti
minacciano di inabissare tutto
Trenino di turisti inebetiti
che si muovono in mandrie
seguendo pastori
dalle bandierine colorate
Perfetta di notte per pensare
e all’alba per camminare
Riflessi d'acqua ovunque
nel carnevale mascherato
dove ognuno
è venuto preparato

Benché tutto questo
non abbia alcun senso
sono così felice di essere al mondo
per vedere tutto questo
niente di nulla di
senso alcuno

Al tavolo accanto al mio
c’è un uomo obeso
La cameriera lo chiama
l’uomo tigre
forse per adularlo
forse perché non sa come chiamarlo

La grappa dentro al bicchiere
mi guarda
testa il mio coraggio

Ma anche io prima o poi
evocherò il nome del mio grande Altro
solo per avere qualcuno
a cui dire cosa ho capito
qualcuno
con cui condividere
tutta questa
beatitudine

All’inizio della mia
quarta adolescenza
mi ritrovai a Venezia
tra case muffite
e donne ingrassate
era carnevale
con la maschera tutti celavano
la propria identità
e il loro sesso insieme
tutti asessuati in calore
con vestiti barocchi
gonne soppalcate
e spalle nude senza freddo
Si sentivano felici come
maiali e cagne
senza vergogna
domani non importa

L’intollerabile godimento
del sesso con i fiori
quel giorno in cui decise di avere bisogno
di un rituale psico magico
La sua bellezza l’aveva costretta
tutta la vita come una puttana in estasi
Il metabolismo dei vecchi
l’aveva resa libera
Ora stava sempre al parco
a leggere Zizek,
il sole d'inverno sembrava infelice
Morricone nelle cuffie
combatteva per lei
la musica ponkia
di radio DeeJay.
Buttava il cibo appena cucinato
digiunava
meditava
pensava
Tornava a spirale
a rivivere la sua infanzia
come fosse normale

Mi sono svegliato
con quella brutta sensazione
di avere esagerato
La verità ti interessa
solo se è un complimento?
Piove o non piove?
Questo odore di chiuso
mi ricorda la mia gioventù
passata in sala giochi
tra sigarette e birra
Abbiamo bevuto
troppo
aspettando la pioggia
per scrivere dormendo
Con te sto così bene
che mi piace anche Venditti
capisco anche i dossi
e la politica americana
I nemici sono così cattivi
talmente bestiali e demoniaci
che possiamo fargli quello che vogliamo
Il nostro vero Dio misericordioso
oggi è d’accordo con l’esercito
anche Gesù alla lunga perde le staffe
Basta che non ci disturbino
voglio stare qui con te
per sempre
E invece niente
ti alzi e ti rivesti
di metti quel vestito
che sembra confezione di cibarie
tu hai vestiti da mangiare
torte sushi dolci millefoglie tagliate carpacci
o forse sono i cibi ad essere serviti
nei ristoranti di chef erotomani
come se fossero pezzi di donne
Anche i vestiti da sposa
iperboli di fiaba
da
incanti beatitudini meraviglie sogni
a
burqa pigiami di flanella ciabatte
in pochi mesi
E allora amore mio
vestiamoci da Principi
e con tutto il mio invasato fervore
come un pompino dopo colazione
giriamo per la città
su grandi automobili
Crederanno alla nostra mascherata
non saranno più capaci
di mancarci di rispetto
anche solo per timore
Perchè altrimenti così
vestiti da barboni
nessuno capisce che siamo
due aristocratici
che si confondono
tra i poveracci
per visitare
i bassifondi

Un continuo
eterno
grigio e tristo
carnevale
Tutti con la maschera
di ciò che sentono
e pretendono
di essere oggi
L’identità rimane
segreta per sempre

La radio accanto al letto
desintonizzata gracchia sottovoce
I fogli riempiti di disegni
mentre il professore spiegava altre materie
Il libro letto di traverso
Un aspirapolvere che si avvicina e si allontana
dietro la nostra porta chiusa
mentre prendiamo sonno
Fermarsi immobili durante l’amplesso
per sentire il rumore del mare
Svegliarsi presto la mattina
per spegnere la sveglia
e rimettersi a dormire
Distrazioni e fastidi che fanno la vita
ancora più meravigliosa

Alla festa
del mio teorico amico
donne di sogno
attendevano l’apocalisse
con tanga e mutandine tirate
a torturare labbra infuocate
Solo le donne sanno cambiare
saltellando speranzose
sanno che è tutto perfetto

Come dipinti
sulla spiaggia
fanciulli innamorati
dormivano abbracciati
mentre l’orizzonte si riempiva
di nuvole tempestose

Camminando per la strada
vediamo i noi stessi
di una vita passata
Rimanendo lucidi e concentrati
vediamo i noi stessi
futuri vecchi ingrassati
siamo noi ma pelati
osserviamo le dimensioni parallele scontrarsi
le realtà possibili intrecciarsi

Alle cinque del mattino
uscivo ubriaco dal locale
assieme a R. P. e A.
bel quartetto
Era il primo dell’anno
Convinto che qualcuno gli avesse rubato il giubbotto
R. ci ha urlato: “fottuti negri ebrei andate affanculo”
e si è incamminato da solo ma nella direzione sbagliata
T. e A. sono tornati nel locale
alla ricerca della giacca perduta
Io aspettavo in auto con il motore acceso
Credo di aver aspettato ore
probabilmente si erano dimenticati del giubbotto di R.
e stavano scolando altro alcool
ballando e rotolando sulla pista da ballo
con dolci ragazze ubriache fradice
Sti rottinculo
pensavo
Avrei potuto andarmene
avrei potuto scendere e andare a vedere
ma ero come ipnotizzato dal tepore dell’abitacolo
paralizzato dal paesaggio della mattina del primo dell’anno
tutto immobile
finto
Alla fine sono usciti brandendo un giubbotto
non quello di R.
ma un altro preso a caso
per pareggiare i conti
Li ho accompagnati dove volevano

Dato il nostro nobile scopo
di sconfiggere
i ritardati che affollano il mondo
e assediano i nostri feudi
Urge edificare la bellezza
bonificare la paura
schiantare il lamento

Improvvisati pugilatori stradali
corrono nell’alba gelida
Pazzi spazzano le strade
dalle nostre bugie quotidiane
La sensazione di essere piacevolmente solo tra voi
che tutto ciò che mi sta intorno
sia sotto il mio completo dominio
in quanto ognuno di voi sia un mio riflesso
contenga anche un alito di me

Nell’alba di Dicembre
sotto i portici
correva ebbro e sudato
mezzo congelato
Poco dopo in un commissariato di polizia
tre agenti montavano un albero di Natale
scena surreale
cosa dovremmo festeggiare?
Morire pazzi in un eremo
per scappare dal circo del mondo?

Tutti vorrebbero svaligiare banche con la dinamite
giù la testa coglione
Per poi scappare a cavallo o in aereo
e portarli in un’altra banca
quella dei loro genitori
Ramon Volontè ha detto un giorno nel west
che i soldi fanno apprezzare la pace
Ma io continuo a tifare per le biciclette di Pechino
Per i comunisti uccisi dalla dittatura comunista
Per i barbudos morti di fame per la coerenza del Fedele Castro
Per la mistica maschilista araba
e per l’umorismo demenziale ebraico
Per gli uscocchi e i filosofi
Tutto cose che non esistono più
oppure non sono mai esistite
o forse era meglio se fossero esistite

Trascorse l’interno anno al bar della spiaggia
leggendo Nietzsche
a casa lo aspettava una pentatleta
dai capezzoli turgidi
ma lui scelse il filosofo tedesco
e quella donna scomparve per sempre

Nell'ombra
piccole cose sono andate storte
La storia ha preso altre pieghe
Lucio Dalla è un gerarca Nazista
Il Giappone ha sganciato una bomba atomica
su Phonex in Arizona
Siamo sotto la dittatura sovietica
Il capo dello stato fantoccio italiano
è Umberto Smaila.

Amava i coglioni ritardati che spuntavano da ogni dove
Tifava per l’alluvione che se li portasse via
ma in fondo li amava
Tossico sulla panchina che ti lamenti
perchè ti rubano il sole
Padre che hai perso il figlio che piange
da un quarto d’ora
Donna che parli con il cane
per farci sapere
che sei una brava padrona di cani
Voi genti senza soldi, senza cervello, senza braccia
Voi ricchi sempre felici
testimonial del motto che i soldi fanno la felicità
Pizzul che a Dazn fai la pubblicità
Voleva sparire sullo sfondo sfocato della strada
diventare invisibile per guardare a lungo
la gente negli occhi

Le donne sdraiate dentro il letto
sono magnifiche creature
silenziose e piene di grazia misteriosa
Forse anche io sono bello
quando dormo
Quando sono solo l’involucro di me stesso
dormendo mi sento pensare
ma non posso parlare
Le donne sdraiate dentro il letto
sono meno complicate
meno pericolose
tornano un po’ bambine
Per questo è meglio fare l’amore
appena svegliati
un po’ sognando ancora
Messi in piedi
verticali
gli esseri umani
ritornano parte del gioco di società
Nel letto viviamo vite parallele
che devono rimanere segrete a tutti
gli altri

I preti e le suore
giovani
appaiono così eleganti
L’uniforme di Dio
gli dona un'aura da sfilata
Anche i loro volti e i loro movimenti
trasmettono pace
di corpi mai usati
ancora incellofanati
di animali sedati
di esseri disinnescati
senza obbligo vaginale
Un esercito di asessuali stilosi
Forse si sfogano in segreto
riempiendosi a vicenda
ogni singolo orifizio
Forse per questo appaiono
ieratici e leggeri
sorridenti come chi abbia appena
finito di scopare fino alla morte.

Il profumo teletrasporta
ovunque
nel tempo e nello spazio
in un nanosecondo
mi ricordo la città bagnata dalla pioggia estiva
del fustino di polvere detersivo
dell’erba tagliata nei campi da golf
delle tue tette
dell’odore delle rose
che emanano le ragazze sudate

Dio potrebbe esistere e noi dovremmo crederci
Dio potrebbe non esistere e noi sprecheremmo tempo se credessimo in lui
Dio potrebbe non esistere ma faremmo meglio a crederci
ma forse
Dio potrebbe esistere ma faremmo meglio a non crederci
Nel senso che potrebbe esistere ma essere il primo dei ritardati
il che spiegherebbe molte cose
Se Dio invece fosse intelligente
vivrebbe a Cagliari
l’unico paese dove c’è amore in ogni anfratto
si arrabbiano se non possono offrirti abbastanza delizie
da bere e da mangiare
e il vento fa viaggiare nel tempo

La meraviglia di quella bambina
che
diciannova anni fa
scendeva lo scivolo
in un sogno incantato
Un miracolo vulcanico
che apriva una porta
altrimenti inaccessibile

Oggi vento anche qui
nella città meno ventosa del mondo
credo
tutto limpido terso
in moto anche Poirino
sembra bella
Il suono del motore mi scioglie
i pensieri
Sto ricomprando i dischi
che vendetti
disperato
per nulla
al doppio di ciò che valgono
Ci rimetto per fedeltà
per orgoglio
ridendo
oggi sono ricco

Appena terminato di costruire il nuovo studio
con tutte le postazioni per gli assistenti
colori pennelli cavalletti
mi sono seduto al centro
e ho iniziato a scrivere sul mio taccuino.
Fa parte del processo misterioso
si tratta di perdere tempo

Umano troppo umano, è un libro spietato che fece il botto nel Milleottocentosettantotto .
Il film Umano non umano, inizia con un battito del cuore nel Millenovecentosessantanove.
Umano è l’uno, disumana è la moltitudine di umani come me nel Duemilaventitrè.

Ad un matrimonio notava come, più gli altri facessero schifo e più si agghindassero alla stregua di battone e supereroi.
Come principesse e conti, passeggiavano per i giardini fioriti, oscena sfilata di obesi incoronati, dolci confetti zuccherati.
Erano tutti in coppia e avevano tutti la faccia di chi ha sposato la persona sbagliata e vorrebbe fare cambio con i vicini.

Ascoltava le notizie che gli confermavano come i ritardati avessero preso il potere, erano i suoi compagni scemi e grevi delle medie, e le sue compagne rigide dell’università, quelle che chiedevano la castrazione per qualsiasi reato.
Quelli che non potevano concepire la bellezza dei poveri, perché solo sulle Ferrari erano tutti belli.

A scuola ancora insegnavano principalmente il sacrificio di sé, mascherato dietro al termine di meritocrazia, sacrificio per lo studio, per il lavoro, in guerra, come se veramente rappresentasse un valore il sacrificarsi per una causa, per un paese, per un'idea, eccellere in qualcosa al prezzo di sacrificarvi la vita intera.
Ci si stupiva che la maggior parte dei bambini crescessero ritardati.

Avrebbe pagato qualsiasi cifra pur di sapere quale musica ascoltassero in quelle cuffie giganti o invisibili.
Sarebbe stato così poetico se il grosso metallaro anziano sul tram, fosse stato intento ad ascoltare la Toccata e Fuga in Re minore di Sebastian Bach.

Leggeva: “Sopra noi stessi, solo noi stessi e il gioco di ciò che ci rende felici”.

Chi c'è lassù, sopra di noi?
solo noi stessi (Der Einzige).
Homo homini Deus est.
Il padre come passato
Il figlio come futuro
Lo spirito santo come il nostro essere creativo
Non il paradiso promesso,
non il circo della società,
non il denaro del monopoli,
ma solo il mio piacere di essere felice con voi felici.

Il suo paesaggio interiore si era sempre configurato in modo da avere come unico riferimento al di sopra di se stesso, lo stesso se stesso.
O per meglio dire, al di sopra di sé:
solo ciò che lo rendeva felice.
Solo per il suo piacere di vedervi felici.
Chiedeva a se stesso e si rispondeva da solo, a costo di sbagliare risposta.
Non aveva mai avuto religione, stato, loggia, comunità.
O per meglio dire, le aveva sempre scritte in minuscolo.

Tutto ciò che poteva scegliere la moltitudine disumana che lo circondava era cosa comprare e per quale squadra tifare.
Lui, forse l’unico umano rimasto sul pianeta, spettatore mandato da altri mondi, osservava e prendeva appunti, un po’ schifato e un po’ divertito dallo spettacolo dell’apocalisse.

Forse sarebbe stato più felice in un isola senza carta e matite, dove si sarebbe potuto solo pescare, dormire e fare l’amore, avrebbe dimenticato tutto, ma sapeva che sarebbe valsa la pena sorbirsi tutta la merda intorno per giungere al centro e trovare la bellezza del vivere.
Ne era certo.

Vai alle opere di questa serie

Potevo arrivare a Roma domani
per questo sono venuto oggi
per stare tutto il giorno da solo a far nulla
pensando che potevo arrivare domani

In teoria potremmo essere solo
cervelli in vasche da bagno
con cavi elettrici che ci stimolano
a percepire ciò che crediamo
di vivere

E dove sono ora gli occhi dolci di Sandro
e cosa succede a chi non è più
vorrei saperlo

Vivo solo ciò che ho immaginato di vivere
Racconto ciò che immaginerò
e sognerò
di qui a poco

Il mondo è pieno
di ritardati palestrati
che male parcheggiano
parlando da soli
o con l'auricolare nell'orecchio nascosto
portano a tutti pacchi di cose
Comprate!

Nella chiesa
dentro l'ospedale
tra le attrezzature abbandonate
c'era la bara più piccola che io avessi mai visto
non capivo
sembrava uno scherzo surrealista
Mi urlava
è questo come lo spieghi?

Ei fu fuffa
fantastico incantatore di folle
inaudito animatore in acquari di carciofi
Demiurgo catodico
Burattinaio di folli pupazzi
porci e puttane patinate
Ennesimo unto miracolo italiota
si amava da morire
si perdonava tutto
vinceva senza vergogna
Campione di coppe
amatissimo
solo i pazzi gli tirarono le pietre
alla fine
simulacro di se stesso

Su un tavolo ocra
carciofi di ferro
su pane carasau
Un orata incartata
in giornali d’epoca fascista

Come in un sogno
il vento mi spettinava
muovendo le nuvole nel cielo
dipinto
La tempesta della mia fanciullezza
Giocavo con tutto me stesso
intento a vincere
ma senza scopo
e senza vergogna
ignorando l’esistenza dell’amore.
Il gioco perduto nel tempo
mi veniva a cercare ancora
come in un sogno
Dove incontrai l’amore?
Su una spiaggia dipinta
tra le alte torri inaccessibili
dove coltivavo fichi d’india
Pagine strappate da libri di poesia
davanti ad un mare indescrivibile
un tramonto verde e giallo
Al largo i busti dei giganti
che ci venivano in contro
Quando guardo nei tuoi occhi
abbiamo sempre diciotto anni
Quando sento il tuo profumo
abbiamo sempre diciotto anni

Nel mio studio non c’è mai silenzio
anche se spengo la musica
c’è sempre un fischio di fondo
il rumore sordo della moltitudine
il rumore cosmico della città
Di notte in barca
quando c’è il silenzio più assoluto
penso che forse sono tutti morti
e voglio tornare a riva
per controllare

Vai alle opere di questa serie

Sarebbe meraviglioso, e prendo appunto qui per questo
raccontare del mondo in cui vivo
fin da piccolo
il luogo immaginato sul quale regno
un giorno da illuminato e l'altro da despota
E' una città  di fondazione futurista
con drappi della marina giapponese che pendono dai campanili
e chiese armate di cannone
Deserta
le genti fuggite a seguito di un disastro
più o meno naturale
Statue e oggetti rimasti come testimoni
del mistero
Una musica senza ritmo all'orizzonte
Enormi comulunenbi
vasi cinesi e bottiglie
trascinate dal vento e dalla corrente
Un attimo prima di qualcosa
giocattoli si guardano tra loro
li dispongo in modo che possano innamorarsi
l'uno dell'altro
in modo che possano sentirsi belli
ricordare
diventare filosofi esteti
e affidare il proprio pensieri alle nuvole
in viaggio al centro del mare
Al mattino
quando passeggiando dentro me stesso
arrivo all'albero dei pensieri in mezzo alla piazza
lo trovo circondato di nuvole
cariche di nuove idee
che profumano di gioia
I pochi umani che capitano qui
si sentono immediatamente fuori posto
come figure in un quadro astratto
fuggono in altri mondi
Forse un giorno apparirà 
un uccello una mano un seno
E' il mio mondo
ma non sono solo
albergano tanti me
dentro me stesso
e ogni giorno
nasce un nuovo me
Ieri ero un po' meno me di oggi.

Per i Maori della Nuova Zelanda, la cosa donata ha uno spirito (Hau), l'obbligo del contraccambio viene dalla natura stessa della cosa donata, la quale, lungi dall'essere inerte e passiva, sarebbe dotata di uno «spirito», che peserebbe come una forza esterna sul donatario fino a imporgli di ricambiare. Secondo questa teoria, lo «spirito della cosa donata» avrebbe origine dalla traccia che i singoli individui lasciano sugli oggetti delle diverse forme di scambio.
A mio avviso è questa impronta che l'artista lascia manipolando la materia.
Benchà© il nostro mondo sia regolato dall'utilizzo del denaro, credo che l'arte debba emanciparsi almeno in parte dalle logiche dell'accumulo della ricchezza, per assurgere ad un ruolo diverso, per diventare un ambito nel quale si possa sperimentare la fiducia reciproca tra esseri umani.
Io non sono disposto a specchiarmi nella menzogna del denaro che mi viene raccontata ogni giorno, credo che l'artista sia costretto a pensare diversamente, per questo metto in atto questo gesto inutile, perchà© possa germogliare nel tempo e regalarci qualcosa di nuovo.
Se non se ne vede il senso e l'utilità , siamo sulla strada giusta per l'arte.
In fondo l'artista è un ricercatore, uno scienziato, mica un virologo.
L'interesse che si riesce a creare intorno a questa disutilità  senza senso, rappresenta l'energia che mi spinge a continuare il mio lavoro senza sosta. E' un fatto che, se tutti donassero in base alle loro possibilità , la maggior parte dei problemi del mondo sarebbe risolta, se fossimo certi che donato cento ci ritornasse mille, passeremmo la più parte del tempo a cercare un regalo per qualcuno, anche solo liberandoci di ciò che è nostro, ma non ci serve.
Sappiamo che le sei facce di un dado hanno la stessa probabilità  di uscire ad ogni lancio, se lanciamo un dado un milione di volte, sappiamo che usciranno le sei facce in egual numero, eppure se tiriamo il dado una sola volta, pensiamo che il risultato sia casuale.
La vita stessa è un dono apparentemente casuale, eppure c'è chi la passa interamente a cercare di ammorbare quella degli altri, ad accumulare per sà© ciò che si riesce a togliere ai vicini, e non parlo di Putin, parlo delle mie ex.
Il dono è un fatto sociale totale, basato sul principio di reciprocità , che implica una forte dose di libertà , è vero che c'è l'obbligo di restituire, ma modi e tempi non sono rigidi e in ogni caso si tratta di un obbligo morale, non perseguibile per legge, nà© sanzionabile.
Il valore del dono sta nell'assenza di garanzie per il donatore.
Un'assenza che presuppone una grande fiducia negli altri.
(Mauss)

La macchina del 2023 è "intelligente".
Può creare anche se non può dire perchè lo stia facendo.
La macchina è un nostro burattino al quale vogliamo attribuire intelligenza, vogliamo poter dire di esser stati così bravi da infondere un intelligenza superiore alla nostra, in una nostra creazione.
"L'intelligenza" artificiale di Instagram discrimina i post in base ai simboli in essi contenuti, è capitato di recente ad un post raffigurante un mio quadro.
Il paradosso numero uno della faccenda è che il post oscurato (censurato) intendeva far riflettere sul ruolo dei media nella storia recente e sulla loro capacità  di manipolare la verità  a favore del potere.
L'opera raffigura Super Mario della Toei, con un cappello da nazista, è dipinto ad olio su una pagina originale del Corriere della sera del 13 Aprile 1945.
In quel periodo storico l'Italia si era arresa agli alleati da due anni, ma il nostro principale quotidiano titolava: "Ferrea volontà  di combattere fino alla vittoria" accanto ad una foto di Hitler e Mussolini intenti a pianificare le loro mosse militari su una mappa.
Gli articoli della pagina raccontano una realtà  di iperbolica fantasia, nella quale si dà  per scontato che i fascisti riusciranno a breve a vincere la guerra in Italia e nelle colonie, assieme all'alleato tedesco.
Nell'ottima serie ambientata in una realtà  parallela alla nostra "The man in the high castle" diretto da David Semel (Amazon Prime Video); l'asse ha vinto la guerra, Germania e Giappone si sono spartite il mondo, i fascisti italiani non vengono citati in nessuna delle 40 puntate, il titolo del Corriere del '45 non trova sponda nemmeno in un'opera di fantasia distopica a ottant'anni di distanza.
Nella realtà  i tedeschi il 13 Aprile 1945 stavano perdendo Vienna ad opera delle truppe di Stalin, dodici giorni dopo l'Italia sarebbe stata liberata dagli americani e quindici giorni dopo Mussolini sarebbe stato giustiziato dai partigiani.
Il direttore del Corriere, Ermanno Amicucci, in quei giorni scelse di manipolare la realtà  perchè il potere era ancora nelle mani di Nazisti (che avevano occupato Milano) e Fascisti della Repubblica Sociale Italiana.

Oggi più che nel '45, l'unico potere che muove tutti gli altri è quello economico, per questa ragione internet non è più il luogo di libertà  di espressione e di libera circolazione delle informazioni, che avevamo contribuito a costruire all'inizio del millennio, il kraken economico si è impossessato del nostro giocattolo mutandolo in una macchina da soldi.
Instagram e gli altri social non fanno eccezione, non servono per conoscersi, condividere o per comunicare, ma per creare un mercato.
La censura in questo contesto viene operata da anonime "intelligenze" artificiali, allo scopo di favorire gli scambi e la conseguente creazione di valore economico.
Il tentativo è quello di ridurre il più possibile il materiale controverso, le discriminazioni, le informazioni alternative, la violenza, ecc, in modo da creare uno spazio il più inclusivo possibile, nel quale poter vendere e comprare in totale fiducia e sicurezza, la cultura e l'arte si dovrebbero quindi piegare a questo imperativo.
Si vende meglio intrattenendo, parlando di facezie, mantenendo il livello della narrazione comprensibile a tutti, per questa ragione la maggior parte dei post che vediamo raccontano di incidenti tragicomici, donne seducenti e naturalmente prodotti acquistabili con un solo tocco delle dita.
Chi è nato negli anni settanta in Italia, come chi scrive, ricorda tra le diverse schifezze di cui siamo stati testimoni, della nascita delle televisioni private, nelle quali per la prima volta stupidità , facezie e grandi seni rappresentavano il tema dominante della maggior parte dei programmi. La raccolta pubblicitaria funzionava talmente bene con queste tematiche, che la Rai si dovette arrendere all'evidenza, tanto che oggi non vi è alcuna differenza tra le due emittenti, a parte il canone.
Si può dire che Berlusconi sia stato il primo a capirlo, quindi il migliore dal punto di vista imprenditoriale, conseguentemente il più ricco, e anche il più votato in seguito.
Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, in predicato di divenire Presidente della Repubblica, se solo si fosse reso conto che l'elettorato adora facezie e grandi seni, tollera le prostitute, ma non perdona i puttanieri.

Un secondo paradosso di internet nel 2023 è la burocratizzazione del suo utilizzo.
Oggi per accedere a Instagram dobbiamo fornire i nostri dati e accettare tutte le clausole, che possono cambiare a piacere del social, per richiedere la revisione di una decisione di censura di un nostro contenuto dobbiamo specificare il numero del reclamo, se il nostro reclamo non viene preso in considerazione, non sappiamo se da un essere umano o da un'altra "intelligenza" artificiale, possiamo ricorrere in appello presso il "Comitato per il controllo" (Owersight board), un gruppo che si dichiara terzo rispetto a Instagram, fornendo nuovamente il numero di una nuova richiesta di revisione.
Il comitato fa presente di prendere in considerazione solo alcune delle richieste che riceve, e ci richiede di accettare altre clausole sui nostri dati personali.
Nel romanzo "Guida galattica per autostoppisti" di Douglas Adams, I vogon sono una razza di alieni burocrati "un Vogon vedendo sua nonna attaccata da una bestia feroce non avrebbe mosso un dito in difesa senza un ordine scritto, controfirmato in triplice copia, spedito restituito richiesto smarrito trovato, sottoposto a pubblica inchiesta, nuovamente smarrito e infine sepolto per tre mesi nella torba prima di essere riciclato come innesco ".

Il calcio è un altro mercato che ci ostiniamo a chiamare in modo diverso (gioco), per soddisfare il potere economico che si è impossessato del giocattolo, "l'intelligenza" artificiale cerca di ridurre il margine dell'errore umano (errore che potrebbe causare ingenti perdite economiche ai proprietari delle squadre gioco), attraverso meccanismi automatizzati. L'errore umano fa parte del gioco e chi compie l'errore se ne fa carico in prima persona, mentre quando affidiamo alla macchina il compito di decidere, assistiamo al paradosso dell'inconcepibile errore della macchina, o dell'arbitro umano che sconfessa la macchina e conferma la sua valutazione errata. L'unico errore è quello di fondo: considerare un gioco alla stregua di un gioco d'azzardo, un divertimento alla stregua di un lavoro, un agone alla stregua di un intrattenimento.

"L'intelligenza" artificiale deduce da un simbolo presente nell'opera che, l'opera in questione, ha in qualche modo a che fare con il nazismo, riconosce il simbolo e lo confronta con lo stesso simbolo presente in una base di dati relazionale compilata da umani, nella quale il simbolo della svastica è messo in relazione con termini quali nazismo, violenza, antisemitismo, seconda guerra mondiale, ecc.
Per decidere se il simbolo inneggi al nazismo, condanni il nazismo, ridicolizzi il nazismo, o se si tratti della svastica buddista (praticamente identica ma con significati totalmente differenti), la macchina dovrebbe, conoscere la storia italiana, leggere l'articolo, conoscere l'autore, conoscere il significato di Super Mario per l'autore, ma soprattutto compiere un balzo quantico ad oggi impossibile per una macchina: dovrebbe pensare.
L'unica speranza in questo ambito di studi è che il livello del pensiero critico umano si riduca a tal punto, grazie al controllo della tecnologia, da avvicinarsi al non-pensiero artificiale, rendendo le due "intelligenze" pressappoco identiche.
Il processo è già  in atto da anni e i risultati sono ben documentati, sarebbe però più opportuno parlare di stupidità  naturale più che di intelligenza artificiale, per quanto i due termini siano destinati a divenire sinonimi.

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Legge buoni libri e vende belle moto, per me è sufficiente per definirlo una persona interessante con cui ho piacere di bere un bicchiere di vino.
Infatti i suoi consigli in fatto di libri mi risolvono interi mesi di letture.
Non sono di nuovo a Roma solo per incontrare Bruno, devo incontrare diverse persone e pianificare la mostra di Francoforte con Gio, e poi mi sembrava giusto essere qui a testimoniare una nuova perdita per il paese.
I miei gesti di sincera e disinteressata generosità , sono sempre accolti da immediate giaculatorie di ringraziamenti, e seguite, a distanza di qualche anno, da malcelata collera. Sembra che il mio destino sia quello di far incazzare le persone dandogli la mano che mi chiedono.
A Roma ci passo parecchio tempo d'inverno, a Torino la nebbia e il gelo entrano nella testa delle persone, e non c'è modo di sbrinarli.
Mentre aspetto il bus trovo a terra un foglio strappato, dattiloscritto in francese che parla dell'inquinamento atmosferico.
Sui bus di Roma ho appreso della morte di Pannella e Alberto Sordi, qui gli sconosciuti si parlano tra di loro per comunicarsi le notizie salienti o il menù che stanno andando a preparare a casa, con gli ingredienti appena comprati nella busta del mercato.
Signò ha sentito? E' morto Albertone, Madonna mia porello, sti carciofi li famo alla romana con la menta.
Oggi invece qui a Roma sul 62, ho sentito che è morta la libertà  per i sanitari di curarsi a loro piacere, la corte ha deciso che è stato giusto obbligarli al vaccino per lavorare. Questo paese perde un articolo alla volta della sua costituzione.
D'altronde anche io lascio un pezzo alla volta della mia vita terrena, capelli, vista, muscoli, denti, fedi calcistiche.
Sarà  il tempo che passa.

La massa con il muso al muro
mente a se stessa per non morire
mancano monete
nel buio di ballando sotto le stelle
L'Italia esempio per il mondo
lassù qualcuno metterà  le cose a posto
Sono tra i pochi a potersi permettere un cervello
E continuano a pensare di essere malati
meglio se vi vaccinate

Senza maschere
non vi riconosco più

Volevo creare un mondo
migliore per tutti

Preso a calci
decisi di costruire
un mondo migliore
almeno per me

Vivo al Sud del nord
o a Nord del sud?
Cambia poco
Oggi ho rimesso la giacchetta
ho comprato un disco dei Police
nuvole cariche di autunno
Mangerei solo pesce
anche d’inverno
Io e Nietzsche al bar insieme
tutti i giorni
ho già perso una donna così
Tanto vale andare al Nord
quello vero
al vero freddo

Non riesco a rassegnarmi nel vedere al bar della spiaggia,
giovani belle raggianti figlie di ricchi grassi, farsi servire da
giovani belle imbarazzate e indaffarate a raccogliere ordinazioni e consegnare vettovaglie.
Possibile che sia sempre stato e per sempre debba essere.
Ci sarà  almeno un quid di pensiero in più nei discorsi delle ragazza indaffarate,
rispetto al nulla dei discorsi inutili che sento arrivare dal tavolo delle ragazze raggianti?
O sarà  lo stesso nulla visto dalla parte opposta?
Devo essere l'unico qui a sentirsi un intruso tra i serviti, fossi tra i servienti sputerei in tutti i piatti,
per questo non ho mai voluto servire nessuno, questione di igiene e norme anti covid.
Per questo ho preso solo una birra in bottiglia che mi stappo da solo.
"Grazie a lei" alla cassa suona come un "siamo noi che la ringraziamo di essersi fatto servire".
Non ci fossero i soldi di mezzo sarebbe il paradiso.

Continuo in moto da Forte dei Marmi, a Pietrasanta, a Viareggio, opulenza.
Fino alla stazione di Pisa dove lascio la moto.
Sciopero dei treni.
Un addetto alle informazioni e duemila passeggeri incavolati,
Ei fu, come chi cerchi di fermare una falla nella diga a mani nude,
stoico.
Dalle Ferrari in spiaggia ai treni di Italia ‘90,
dal Manzanarre al Renault 5.
L'Italia non è un paese di merda, ma un paese molto più di merda di un tempo,
chi ha visto Italia ‘90 rammenta sia questo che Totò (Schillaci).
Per gli altri, giovani o smemorati che siano, l'Italia è normale così, terzo mondo.
àˆ normale che chi lavora nelle Ferrovie dello Stato faccia sciopero, non sanno che c'è anche gente che viaggia nullafacendo, i Flà¢neur non sono contemplati, contemplano.
Sono belle le ragazze imbronciate ancora piene di sabbia che guardano il cielo imprecando.
L'annuncio dell'arrivo dei treni su altro binario fa spostare moltitudini, come formiche goffe e impazzite,
grazia e sapienza sono inversamente proporzionali nell'essere umano.
Nelle stazioni italiane non ci sono molte sedie, popolo di folli ottimisti.
Aspetto in piedi, siccome immobile è il mio treno,
l'Italia è un lungo viaggio in ritardo
e il mio destino si compie a ritroso mentre vado avanti
e anche quando sono fermo su una pensilina.
Osservo patetici gruppi familiari in vacanza,
sudati con padri esausti e madri isteriche,
arrabbiati e brutti anche i bambini, come gli ascensori nei cortili delle case, quelli che si fermano solo ai piani di chi ha pagato i lavori, e bisogna aprirli con un'apposita chiave che hanno solo i condomini vip.
Da quando ho gli occhiali nuovi vedo bene tutto lo schifo che mi circonda,
con gli occhi chiusi sento sempre solo il bello.

Con voi amici cinesi nel sole di Viareggio Siamo come ippocampi volanti in un mondo che non può vedere nessun altro

San Salvario a Torino era un quartiere che, ai tempi della mia adolescenza,
ai tempi dell'eroina,
era famoso per rubarti il giubbotto coltello alla mano.
Oggi è il quartiere dove una moltitudine di giovani si sposta a bere la sera,
al momento, dopo vagabondaggi in mezzo mondo, il mio studio d'arte l'ho trovato qui,
nello stesso quartiere dove sono nato.
Questa bolgia di giovani diversamente ricchi, potrebbe,
in ogni momento, far partire un moto di ribellione contro l'ordine costituito,
ma sono tutti sbronzi, e io pure.
All'entrata di questo locale c'è una nicchia votiva illuminata con duemila bottiglie di superalcolici,
anche i cocktail sono divenuti un rito religioso.
Io scrivo,
i giovani fanno roteare gli ormoni,
a fine Giugno le ragazze sono quasi nude,
ogni anno un po' più nude del precedente, riscaldamento globale.
Se non irrompe il Grande Califfato, Dio non voglia,
tra qualche anno saranno nude del tutto, con due pezzi di scotch di carta sui capezzoli e un fiore tra le cosce.
Penso che i ragazzi giovani riescano a percepire le differenze tra le loro coetanee,
si accoppiano per affinità  principalmente estetiche,
a quasi cinquant'anni sembrano tutte identiche, giovani e seminude.
Sopra i palazzi dei locali più in voga, Scannabue, Renatino, San Salvatore, D.One,
vedo sbucare una giovane bellissima gigantessa in tanga.

Mio figlio ha imparato a leggere
scandendo le sillabe delle pagine
dei fumetti della mia collezione
Sento ancora la puzza di umido
delle case di merda in cui vivevamo
Con i miei figli ero felice
anche bestemmiando
anche in case di merda
tutti mi consigliavano di trovare un “lavoro vero”
poveri criceti ritardati
ancora corrono sulla ruota
per duemila euro al mese
Mi ricordo ogni sussurro del mio cuore
di quel periodo meraviglioso
il resto l’ho dimenticato
Le persone più insignificanti
tengono a vivere più a lungo possibile
Forse è il loro unico credo
visto che la loro vita è patetica
almeno che duri a lungo
Erano reclusi in casa da sempre
Che tutto torni alla normalità
da domani vi sarà nuovamente concesso di lavorare
per poi spendere i vostri guadagni in cazzate
continuare a correre e ruzzolare
Ve lo meritate

La prima cosa
vista prima di addormentarmi
è un triangolo di cielo stellato
limpido e nitido
come in una notte gelida

Nel 2020 in Italia c'è stata una grande moria (non delle vacche).
Punto.
Noi quasi si sentiva la nostalgia di Bettino Craxi,
perchè era come stare sull'Achille Lauro (la crociera).
Barattoli sormontati da pere e birilli di divieto ovunque.
Marx (Groucho) e lo Sputnik (il satellite),
Bic Gates (Bic, la penna a sfera) e l'elefante superdotato della Pfizer,
giocarono per mesi con il pallottoliere, mentre noi sognavamo di fuggire.
E io volevo solo che rimanesse il ricordo di tutto questo,
che la vita qui può essere più surreale di un quadro.
Ad imperitura memoria del gioco infinito al quale giocheranno a lungo.

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L'identità , come consapevolezza di sà© e della propria personalità , è un aspetto dell'essere umano in continuo divenire che riguarda il modo in cui un individuo si considera e costruisce se stesso come membro di un determinato gruppo sociale, religioso, nazionale, sessuale, culturale, etnico, politico, professionale.
Se è vero che ciascuna persona va definita non in quanto tale, ma in riferimento al periodo di tempo nel quale esiste (Korzybski), la nostra riflessione si basa sul fatto che nel periodo storico nel quale viviamo le persone si sono allontanate dai gruppi, modificando di conseguenza i confini della propria identità .
Il problema dell'identità  intuito da Pirandello in modo esemplare nel romanzo Uno, nessuno e centomila, e nel Fu Mattia Pascal, si è ulteriormente complicato nell'era dell'identità  fluida nella quale si sono persi alcuni riferimenti essenziali, i propri confini identitari (Z. Bauman) e i propri confini fisici e anagrafici attraverso la rete.

Nel corso delle epoche gli esseri umani hanno trovato la loro identità , di singoli e di gruppo, prima nella religione, poi nella nazione, successivamente nella politica e infine nella professione.
L'epoca in cui viviamo è fluida nel senso che gli individui definiscono ogni giorno la loro identità  religiosa, nazionale, politica e professionale, e di conseguenza la loro identità  sociale e la loro classe sociale.
La spinta verso l'identità  fluida della nostra epoca storica porta gli individui verso un certo grado di dissociazione, per cui anche in circostanze di vita ordinarie, un individuo può sentirsi più irreale che reale, letteralmente più morto che vivo, differenziato in modo incerto e precario dal resto del mondo, così la sua identità  e la sua autonomia sono sempre in questione. Può mancargli la sensazione della continuità  temporale; può fargli difetto il senso della propria coerenza o coesione personale.
Si può sentire come impalpabile, e incapace di ritenere genuina, buona e di valore la stoffa di cui è fatto. Può sentire il suo io parzialmente disgiunto dal suo corpo.(R.D. Laing)

Se le identità  che hanno da sempre caratterizzato gli esseri umani tendono a confondersi e a divenire meno certe e definitive generando dissociazione, altre identità  ugualmente non definitive si sono affermate in diversi campi della nostra vita, dall'identità  sessuale a quella alimentare/gastronomica, culturale, spirituale, mistica, ecc.
In questo quadro una delle poche identità  certe e definitive del nostro tempo, in special modo nei paesi occidentali e nell'america latina, è rappresentata dalla fede sportiva e in particolar modo da quella calcistica che assurge a rito giocoso e catartico e che rimanda al tempo aureo dell'infanzia.
L'individuo all'interno dello stadio di calcio ritrova quell'identità  definibile e riconoscibile, all'interno di un gruppo di persone eterogenee per etnia, religione, orientamento politico, sesso e orientamento sessuale, culturale, professionale e classe sociale; accumunate unicamente dalla fede calcistica espressa in riti, simboli, orgoglio, colori, bandiere, cori, ritmi.
In molti casi la fede calcistica diventa così l'unica identità  certa ed irrinunciabile dell'uomo occidentale contemporaneo, i calciatori assurgono al ruolo di paladini, condottieri di un immaginario eroico sognato.

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Ci sono giorni nei quali il "giovine" artista controlla la propria casella di posta elettronica per ripulirla dalle 8.723 email di sedicenti galleristi, promotori, organizzatori, eccipienti ed esaltatori di sapidità .
L'ecologia profonda inizia anche da qui.
Per ogni persona che ci propone un'iniziativa interessante per promuovere il nostro lavoro, ce ne sono 8.722 che propongono cafonate impronunciabili a prezzi iperbolici. àˆ in questo contesto che il "giovine" artista deve trasformarsi in un novello cercatore d'oro, passando al setaccio e ributtando nella palude fangosa del far west dell'arte le offerte indicibili e mettendo nel taschino le pagliuzze e le pepite che faranno la sua fortuna.
Con pazienza il nostro eroe deve lasciare l'amato cavalletto e farsi inondare da questo denso fiume di roboante informazione promozionale detta anche spam.
La pratica dello spam consiste nell'invio di messaggi indesiderati attraverso qualunque sistema di comunicazione. Il termine trae origine da uno sketch comico del Monty Python's Flying Circus, ambientato in un locale nel quale qualunque pietanza proposta dalla cameriera conteneva un imprecisato ingrediente chiamato Spam corrispondente ad un marchio di carne in scatola prodotto dalla americana Hormel Foods Corp.
La scatola di Spam rappresenta dunque la zuppa Campbell di questo inizio secolo. Non sarebbe il caso di sottrarsi a questo martirio distruggendo in un sol colpo tutte le email indesiderate e quelle provenienti da mittenti sconosciuti?
Assolutamente NO.
L'artista, in quanto tale, deve violentarsi alla curiosità , deve approfondire, deve sporcarsi le mani, deve compiere il processo alchemico che trasforma la merda in oro, Manzoni dixit.
Nel corso degli anni, nella posta indesiderata ho trovato i migliori collaboratori, le migliori opportunità  di lavoro e le fidanzate più disinibite.
Dunque il lavoro di setaccio deve procedere, partendo dall'eliminazione delle mail che riportano nel soggetto proposte sessuali esplicite, trattasi di mittenti meretrici, e quelle che ci comunicano con entusiasmo che HAI VINTO! ad un concorso al quale non avevamo partecipato.
In ultimo rimangono le mail che potrebbero contenere qualcosa di interessante. Il nostro cercatore deve aprirle e, leggendole di traverso nel minor tempo possibile, valutarne l'attendibilità  e decidere se rispondere o cestinare.
Ultimi giorni per aderire a … CESTINATO, gli artisti non amano lavorare di fretta.
Eccezionale opportunità  espositiva a… CESTINATO, troppo ostentato.
Hai mai pensato di esporre al Louvre con soli … CESTINATO, buona notte.
Gentile "giovine" artista, abbiamo visionato il suo lavoro e vorremmo inserirla all'interno di questa iniziativa curata dal famoso critico … nella famosa città  di … durante il famoso festival di …RISPONDO.
Passano pochi minuti e il nostro eroe riceve la telefonata di una sedicente Dottoressa promoter che magnificando il lavoro artistico di cui a preso visione assieme al famoso critico (nei precedenti due minuti immaginiamo), lo invita a non indugiare perchà© ci sono solo più pochi posti.
Dal telefono si capisce solo che la Dottoressa Promoter è milanese, ha una bella parlantina, sta proponendo l'occasione della vita, è molto truccata e profumata. Non fosse altro che per il profumo il "giovine" accetta di ricevere una mail, che arriva dopo tre secondi, con tutte le informazioni del caso.
Egregio Giovine Artista, come da intercorsi accordi telefonici, con la presente sono a inviarle, la proposta per esporre le sue opere nella città  di … durante la manifestazione curata dal famoso critico …I servizi che Le forniremo sono i seguenti:
1) Organizzazione generale e segreteria;
2) Presentazione del famoso critico d'arte;
3) Partecipazione all'inaugurazione di noti intellettuali e critici d'arte;
4) Presenza, durante l'Evento, di personaggi del mondo della cultura e della televisione;
5) Allestimento e disallestimento;
6) Guardiania;
7) Assicurazioni delle Opere in loco;
8) Stesura del testo critico del famoso Critico d'Arte che sarà  inserito nel catalogo della Mostra;
9) Stampa ad arte del catalogo del Festival;
10) Ideazione grafica e stampa di inviti e locandine;
11) Promozione degli eventi sul web;
12) Ideazione e stampa del roll up;
13) Richiesta di vari patrocini;
14) Ideazione grafica e stampa della Sua biografia e del colophon che saranno esposti durante la mostra su pannelli in forex;
15) Distribuzione del materiale promozionale;
16) Ufficio stampa;
17) Coordinamento dei contatti con le Autorità  (Ministero per i Beni e le Attività  Culturali, Regione, Provincia e Comune);
18) Organizzazione del cocktail per la serata inaugurale;
19) Inviti a collezionisti ed esperti di settore;
20) Cameraman professionista per le riprese del vernissage;
21) Organizzazione di una conferenza stampa che vedrà  la partecipazione di quotidiani, radio e televisioni;
22) Spazi pubblicitari della manifestazione su riviste specializzate;
23) Fotografo professionista per la serata di inaugurazione e consegna di un cd con le foto;
24) Realizzazione e montaggio di un video dell'apertura;
25) Cena di gala dopo l'inaugurazione della Mostra;
26) Camera in Hotel per la notte dell'inaugurazione. Per questo pacchetto di servizi è richiesto un rimborso spese di € 28.000,00 + iva più una sua opera a nostra scelta tra quelle esposte al Festival.
Certa che comprenderà  l'interessante occasione, e rimanendo in attesa di un cortese riscontro, porgo cordiali saluti.
Dottoressa Promoter
Il nostro artista si rende subito conto che essendo "giovine" non possiede nemmeno una minima parte della cifra richiesta a titolo di "rimborso spese" e interrogandosi sul significato stesso del termine, si rende altresì conto che sta sprecando tempo con l'analisi di una mail inutile quando potrebbe dedicarsi più profittevolmente all'invio delle sue 20.000 mail per comunicare a tutti che il suo nuovo quadro è quasi pronto.
Si compie così il ciclo naturale che genera quella costante produzione di informazioni spazzatura che lentamente, macerando, generano l'humus sul quale germoglia e cresce inesorabile l'Arte.

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Estate.
Il tempo nel quale abbandoniamo la nostra dimora per un luogo altro, qualsiasi.
Anche l'artista viaggia, in mezzo agli altri fuggitivi, e osserva l'esodo post atomico.
Per i bei vicoli italioti è tutto un set di uomini e donne che si fotografano a vicenda mettendosi in posa a forza di urla, le immagini così prodotte partono dai telefoni per raggiungere apparecchi di altre persone, verosimilmente intente, a loro volta, ad immortalare parenti dinnanzi a paesaggi esotici.
Se si potesse tracciare questo traffico di souvenir visivi si scoprirebbe che siamo accidentalmente presenti nelle foto delle vacanze di molte altre persone e che le nostre immagini vengono usate per descrivere le vacanze immaginarie di impiegati di call center telefonici.
Dalle Alpi alle piramidi il raptus istantaneo contagia chiunque, dobbiamo produrre la prova provata di essere stati veramente in questo luogo oggi, tutti devono sapere che ci stiamo godendo la vita, oggi.
Intasiamo le nostre memorie digitali, riempiamo i nostri hard disk di immagini della nostra felicità  mondana!
Benchà© sia certo che tutto sia già  stato fotografato almeno una volta, siamo sicuri che non sia stato fotografato da noi, e questo ci basta.
Documentiamo per i posteri, per la storia, a futura memoria digitale.
Nascono spazi virtuali di condivisione nei quali possiamo raccontare la nostra vita vacanziera per immagini, le nostre imprese, le nostre conquiste, il nostro sguardo sul mondo in pausa; vendiamo la nostra immagine immaginaria di noi stessi.
Cerchiamo di far vedere a quanti più possiamo, condividiamo, promuoviamo le immagini della nostra vacanza come fossero prodotti, ammaliamo gli sconosciuti al fine di farli diventare nostri seguaci, chi mi ama mi segua.
La mia felicità , il mio divertimento, il mio spasso, li vendo al prezzo di un attimo del tuo tempo, quello che ti serve per dire che ti piace, che apprezzi, che mi vorresti conoscere.
Cosa rimane di questo immane traffico di informazione visiva di pessimo gusto?
Nulla. Siamo noi stessi a cancellare la maggior parte degli scatti che ci erano sembrati fantastici, in uno si vede che siamo ingrassati, nell'altra la nipotina a fatto le corna, e in questa un artista cretino è passato davanti al sole che tramonta.
Solo una minima parte finirà  sui nostri social, dove rimarrà  nei secoli dei secoli incancellabile, Amen.
Più che i quindici minuti di popolarità , è una vita intera passata a descrivere come ci piacerebbe essere, come ci piacerebbe vivere, come vorremmo che ci vedessero gli altri.
Un tempo, si poteva ammorbare l'esistenza di amici e parenti con la proiezione di venti caricatori di diapositive, i più arditi avevano prodotto in vacanza un video in formato VHS, con commento sonoro letto dalla guida turistica; oggi la fotografia e il video documentaristico sono gratis, come la democrazia.
Tutti possono fotografare, filmare, votare, formare partiti politici, e lo fanno veramente, senza vergogna, a prescindere dalla propria cultura o competenza.
L'artista osservatore, analizzando a fondo la situazione si rende conto che esistono solo quattro soluzioni per godersi un panorama o visitare un monumento in questo periodo: A) Cercare la foto del panorama o del monumento su internet.
B) Alzarci alle cinque di mattina, e qualcuno lo fa, ma non gli artisti che son' troppo pigri. C) Andare al bar a leggere un buon libro di fantascienza.
D) Andare a vivere in Korea del Nord.
Mentre meditiamo sul da farsi, una ragazza fa una foto ad un amica che si sta fotografando da sola, le campane suonano a distesa, oggi è morta un altra arte, e i fotografi raggiungono i pittori nell'eden degli inutili meravigliosi testardi d'un tempo.
Arriverà  una giovane vergine a ripensare da zero l'idea stessa di fotografia?
Una provvidenziale pioggia solare distruggerà  il mondo digitale restituendo la dignità  all'artista fotografo?
Possiamo semplicemente farci rassicurare dalla certezza che la memoria digitale, sulla quale salviamo le nostre immagini, non arriverà  integra agli archeologi dell'anno 4000, impedendo agli storici di marchiare la nostra epoca come la più patetica di tutte.
A scuola siamo costretti a sorbirci letture strazianti e visioni aberranti di epoche sepolte, e questo solo a causa dell'immortalità  di carta e papiro; la nostra epoca, al contrario, produce quantità  sproporzionate di informazione inutile che si autodistrugge in un inconscio atto di ecologia profonda.

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Gli esseri che dipingo in ambientazioni e abiti da selfie glamour, sono persone stereotipate e stritolate dagli ingranaggi del sistema per il quale svolgono una funzione, sono funzionari entusiasti dello stesso sistema che li calpesta.
Il carattere animalesco della testa viene a rappresentare una deminutio dell'essere umani, a vantaggio di una "qualità " animale.
Un mix terribile tra i Vogon di Douglas Adams e piccoli burocrati di Dostoevskij, in triplice copia, che ostacolano costantemente il passaggio altrui.
Essi belano, grugano, grugniscono e gridano, tutti insieme all'unisono.

Forse poeti e scrittori lavorano in silenzio. A dirla tutta anche io, mentre scrivo per voi o per me, sono solito farlo senza distrazioni visive o acustiche; ma per quale strano motivo l'artista visivo, nell'atto di portare la sua idea sulla tela o nella materia, sente il bisogno innato di distrarsi.
Dovrebbe essere condotta un indagine scientifica per capirne i motivi, forse l'ansia di vedere un buon risultato si tramuta nella paura di finire troppo velocemente, forse siamo colti dalla fanciullesca abitudine a fare i compiti guardando i cartoni animati, o forse, semplicemente, lavorare stanca.
In ogni modo negli studi d'arte si possono osservare diverse modalità  con le quali l'artista ama distrarsi, dalle più classiche alle più ardite e creative. Il caffè rappresenta certamente la prima e universale distrazione di qualsiasi studio d'arte, l'essenziale è utilizzare la moka e non le moderne macchinette a cialde, il tempo necessario a far passare l'acqua dalla caldaia attraverso il caffè, fino alle tazzine, ci permette un breve riposo e due chiacchiere con assistenti, galleristi, visitatori, o in mancanza di questi, con personaggi immaginari; inoltre rimaniamo certi che dopo un buon caffè il nostro lavoro procederà  più spedito.
In realtà  all'ottavo caffè della giornata il fisico assuefatto non riceve alcun beneficio, inoltre molti amano fumare interminabili sigari proprio a seguito di un buon caffè, il che rende gli studi d'arte piuttosto fumosi e quasi del tutto privi di ossigeno, cosa che contribuisce ad una leggera sonnolenza diffusa.
Ma allora il caffè non serve a nulla, ci viene da pensare. Il telefono, al pari del caffè, è una continua beata fonte di distrazione, pigola per ogni messaggio, condivisione su facebook, messaggi del gestore, appuntamento e reminder; strilla annunciando amici, parenti, colleghi e numeri sconosciuti, che vogliono affabularci con offerte e storie incredibili, evidentemente ispirati da un angelo che si è preso pena per la nostra annoiata condizione di esecutori della nostra idea creativa.
Ultimo classico motivo di distrazione sono le domande dei vostri assistenti e collaboratori, domande quasi sempre pertinenti e dovute al fatto che non gli avete appositamente spiegato bene il lavoro da svolgere, in modo che vi potessero disturbare al più presto; per dirimere i dubbi sulla tonalità  del gesso da stendere sulle tele o sulla tonalità  di monocromo da utilizzare, non c'è nulla di meglio che fermarsi un attimo e per prima cosa preparare un buon caffè.
Ed ecco che il ciclo ricomincia.
Ma per molti tutto ciò non è sufficiente, ed ecco nascere, accanto ai cavalletti, palafitte semoventi costituite da libri d'arte, che accolgono sulla loro sommità  televisori da sessanta pollici, sistemi surround con subwoofer amplificati in grado di far rovesciare o esplodere ogni bicchiere del quartiere, sistemi più o meno elaborati per ascoltare musica, audio libri, conferenze, guardare partire di calcio, dettare memorie, intrecciare rapporti d'amore e di lavoro.
Tutto per distrarsi un pochetto e non avere quella terribile sensazione di essere al lavoro.
Il bisogno di distrazione è una patologia che, prima o dopo, colpisce qualsiasi artista e creativo, tanto vale rassegnarsi e scegliere la distrazione che preferite, io consiglio letture di classici e musica dal vivo, il fatto di avere qualcuno alle vostre spalle che legge, suona o parla, vi aiuterà  anche ad andare avanti con il vostro lavoro, se non altro per una questione di ego.
L'atroce prezzo che si paga a questa sindrome consiste, naturalmente, nel passare il sabato e la domenica soli in studio, a finire il lavoro che si è portato avanti mollemente durante l'intera settimana, un prezzo che, in fondo, si paga volentieri, perchà© ci fa sentire davvero appassionati del nostro lavoro.

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Sul cartello stradale in direzione dell'aeroporto ho visto il disegno di un aeroplano che somigliava misteriosamente ad uno sgombro volante, ho immaginato fosse stato disegnato da un geometra del comune, un povero disgraziato che aveva scarabocchiato sulla busta del panino, il layout definitivo da mandare in stampa, o forse il poveretto lo aveva copiato dai cartelli di altri paesi o, più probabilmente, di altri pianeti nei quali gli aeroplani potevano volare e inabissarsi in mare a piacimento.
Viaggiavo accanto ad una vecchia ucraina, due ragazzine, l'uomo lupo e una famiglia di egiziani, andavano tutti via, lontano, forse a trovare un uragano. Siamo dovuti passare a vedere le case brutte costruite negli anni sessanta, un tempo nel quale gli architetti godevano di immunità  planetaria ed erano onnipotenti, un tempo nel quale in Italia era pieno di spazio vuoto e nessuno sapeva come riempirlo, purchà© il nulla venisse annientato, pensavano: "meglio brutto che l'erba", un tempo nel quale tutti chiedevano a Dio di aprirgli un nascondiglio fuori dalla natura.
Ci si appassiona di più ad un brutto artificio che ad un bel pezzo di merda.
La Natura anarchica ci spaventa più della bruttezza asettica e noi costruiamo cose brutte che ci rassicurino.
L'immortalità  della natura, il suo esserci sempre e per sempre, il suo mangiare l'asfalto con le radici degli alberi, la sua forza distruttrice e generatrice che alimenta l'universo, ci mette a disagio, ma è il disagio del sentirsi passeggeri su questa terra, la consapevolezza che la natura, prima o poi, ci riprenderà  con sà© ...
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La Autobianchi A-112 ha un motore spinto a quattro cilindri in linea con albero a camme laterale,
con 903 centimetri cubi di cilindrata e 44 Cavalli motore di potenza massima.
Impiega 13,7 secondi per passare da 0 a 100 chilometri all'ora.
Da ciò si deduce che il propulsore possa avere una potenza superiore a quella dichiarata dalla casa madre, forse 47 cavalli motore.
Ha un cambio manuale a 4 rapporti che la spinge a sfiorare i 140 chilometri all'ora, ma se si superano i 100, consuma esageratamente e la super sta a 1.510 Lire al litro.
Per questo Aldo ha deciso che domani ci alzeremo presto e torneremo in statale.
Ora sono le 19:00, siamo seduti su una panchina del parco, ho appena finito di visitare tutti gli stand della Biennale di Venezia.
Da questa mattina alle 10:00 Aldo mi aspetta qui, si è letto il giornale dalla prima all'ultima pagina e ha trovato una soluzione per evitare di spendere una fortuna in carburante, ha una faccia molto soddisfatta.
Il consumo esagerato non è l'unico problema della A112, i 47 cavalli motore generano una vibrazione che concilia il sonno del passeggero e intorpidisce le braccia del guidatore.
Per questa ragione, durante il viaggio in statale, ci fermiamo ogni 100 Km per un caffè, una Gitanes senza filtro e una veloce lettura dei giornali locali.
Scegliamo bar dall'aspetto aristocratico ma economico.
Ogni bar ha il suo dehors con portacenere, il suo dialetto e la sua storia.
Aldo mi racconta tutto ciò che sa di questi posti.
Ci sembra che il fatto di avere una storia renda più accettabile l'esistenza di questa infinita serie di paesi dai nomi assurdi. Ca' Sabbioni, Fiesso, Selvazzano Dentro, Oppeano, Trevenzuolo, Goito, Acquanegra, Pizzigettone…
Casate nobiliari incrociate fra loro che diedero vita a invidie e guerre, apparizioni di presunte madonne folgorate, terre invase dai crucchi, riprese dai garibaldini, occupate dai partigiani.
Paesi sedi di fabbriche mastodontiche, teatro di guerre napoleoniche, centrali di mercanti, trafficanti, fuggitivi, esuli istriani.
Aldo continua a raccontarmi perchà© esiste ciò che ci circonda, io sto osservando il mondo che mi si costruisce intorno, attraverso ilfinestrino deflettore dalla curiosa forma triangolare, tutto mi si mischia nella testa mentre mi lascio cullare dai 47 Cavalli motore, al galoppo in un sogno.
In futuro eviterò sempre le autostrade della vita.
Grazie Aldo.

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Un effetto vertigo
manda avanti il cielo
e indietro il barcone
devono essere le nuvole
Il tempo si rallenta
respiro
ci dondola il nulla
Nemmeno un Godzilla gigante
che distrugga la Giudecca
Nulla
Nemmeno un Cristo a pelo d’acqua
Nulla
E’ grazie a questo nulla
mi posso immaginare tutto

Chi c'è lassù, sopra di noi?
Quale energia, quale forza creatrice capace di ogni cosa?
Non i miti,
non le religioni,
non i re,
non gli stati,
non il denaro,
solo noi stessi
Der Einzige.

Non lo faccio per il paradiso promesso,
non lo faccio per la benevolenza del mio Signore,
non lo faccio per la comunità ,
non lo faccio per il denaro,
solo per me e per il mio piacere di vederti felice.

E' giunta l'epoca dell'anarchia dell'Es.
E' giunta l'epoca dell'uomo Dio.

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Che succede adesso
non ho casa
non ho amici
non ho uno studio
cosa faccio?
Dipingo lo stesso

Nelle piazze d’Italia
moltitudini
di facce da culo

Negli stadi del mondo
si innalza l’inno
dei campioni

Mai amai tanto
mio amore
mare di miele

Continuo a vedermi
guardando dentro
ai tuoi occhi

Quello che scrivo
accade
se lo leggete in tanti

Stanotte il gazebo è volato via
rubato in volo da Michael Jackson

Il futuro è scritto
negli occhi dei bambini
eterno
presente
Il bambino prototipo perfetto
Maestro di luce
Bisognerebbe celebrare i bambini ogni giorno