Il nostro mondo adesso è debole e vecchio, puzza il sangue versato è infetto.
Vecchia
La Società degli anni venti è vecchia, il potere è in mano a vecchi per nulla saggi, che resistono al loro destino facendosi scudo con i corpi di figli e nipoti.
Nei conti bancari di questa moltitudine di ottuagenari è sepolta, bloccata, ibernata, l’energia per costruire il futuro.
Ci raccontano la fiaba di quanto si stava bene ai loro tempi, loro che hanno sepolto la loro anima, la loro memoria, che hanno venduto la libertà, sperando di ricevere una vita e una pensione eterna.
Vivono una vita immaginaria, surrogata, un’idea della vita che non hanno avuto il coraggio di vivere, e rimangono aggrappati il più a lungo possibile al girello della sopravvivenza.
In realtà si tratta dei nostri genitori, è forse colpa loro se non abbiamo lavorato venti ore al giorno e non abbiamo fatto cinque figli a testa come un tempo?
La società in cui viviamo, quella in cui crescono i nostri figli, è stata pensata ed è gestita da vecchi che vivono in un mondo di privilegi al quale i meno vecchi non hanno accesso.
Le disparità sociali tra classi hanno lasciato il posto alle disparità generazionali, le disposizioni prese durante la crisi del Covid hanno reso ancora più chiaro quali siano le priorità del governo e chi siano le persone che si è scelto di tutelare.
Chiuse scuole, palestre e discoteche, impedita la circolazione delle persone, chiusi i piccoli negozi e fermata l’economia, arte e cultura trattate alla stregua di inutili orpelli, al fine di tutelare la fascia delle persone anziane.
I figli del covid intanto dormono in una tendopoli dietro stazione Termini.
Mistica
All’uomo degli anni venti, è stata tolta l’anima, la spinta mistica verso la ricerca di una verità ultraterrena, la ricerca spirituale è considerata attività puerile, residuo di credulità popolare.
L’idea di felicità si riduce ad avere una posizione invidiabile, a qualunque costo, un riconoscimento esterno che ci permetta di sentirci migliori, i poveri e i disperati, servono per affermare la nostra capacità di essere superiori. Gli “altri” vengono tenuti ai margini a ragione del fatto che sarebbero peggiori di noi, incapaci di “elevarsi” al nostro livello, rappresentando in questo modo, l’unica assoluta certezza di una nostra relativa affermazione.
Anche l’essere umano affermato e arricchito, continua a lavorare alacremente per cercare di “elevarsi” ulteriormente, al fine di costruire un nuovo livello dal quale emarginare altri meno ricchi e popolari, e dimostrare la propria ulteriore relativa grandezza.
Gli affermati, vengono venerati al pari dei Santi, diventano Maestri, viene studiata la loro biografia, la loro filosofia, le loro azioni etiche o meno che siano, alla ricerca della pietra filosofale che li ha resi come tutti vorrebbero essere.
Il riconoscimento della società rappresenta l’approvazione di Dio.
La mistica, come contemplazione del divino, per mezzo della quale l’anima si eleva alla sua massima perfezione, è stata sostituita dall’ “elevazione” in chiave economica e di ruolo sociale, meritocratica, di capacità di produrre ricchezza, di generare consenso.
Il riconoscimento da parte della società occupa il primo posto nella soddisfazione delle persone, essere popolari è considerato l’unico modo di “elevarsi”, di lasciare un segno, di guadagnare l’immortalità.
Il ruolo dell’arte nel partecipare alla ricerca di verità interiore dello spettatore, risulta in questo contesto del tutto inutile, naïf, puerile, quanto l’elevazione spirituale, la religione, la stregoneria.
Non è necessaria nessuna ricerca interiore se la sola elevazione possibile può avvenire all’esterno e dall’esterno, se la verità esiste solo come somma di mistificazioni.
In questo paradigma, la spinta verso l’alto deve avvenire per mezzo di una piramide di altri esseri umani, i primi schiacciati sotto ai piedi e ai corpi di altri, che ci devono sollevare faticando, felici di partecipare al nostro successo, e smaniosi di intrufolarsi nella stessa via.
Ci si calpesta a vicenda sperando di scegliere la parte giusta della piramide e di arrivare più vicino possibile alla sommità dei cadaveri e degli schiavi sotto di noi, verso la gloria e il riconoscimento del Dio sociale.
In questo quadro l’opera d’arte ha valore strettamente economico, un investimento ai fini di un futuro guadagno. L’artista ha una capacità di produrre opere di valore, in funzione della propria notorietà. Il ruolo del gallerista e del collezionista, così come quello del curatore museale, si riduce all’analisi della prospettiva economica dell’artista e delle sue opere.
Misticazione
La storia è sempre stata scritta dai vincitori, dal potere politico e militare.
Oggi il passato, la storia, il presente e l’idea del futuro, vengono scritti attraverso il potere tecnologico e mediatico di mistificare la realtà, di gratificare l’ego dei destinatari di un messaggio, fino a portarli a credere che il surrogato della realtà che osservano sia la realtà stessa.
Il ricorso al surrogato è sempre più presente in ogni aspetto della vita umana, ed è vissuto dalla maggior parte delle persone come aspetto innovativo, ecologico, emancipante, salutare, migliorativo, sicuro.
Gli animali domestici, i robot, le bambole di silicone, sono utilizzati come surrogati di figli, mariti, mogli, amanti e nipoti; la chirurgia plastica viene utilizzata per produrre corpi e identità sessuali surrogate; la pornografia e il sesso protetto permettono di surrogare l’atto sessuale stesso; i cibi sintetici, vegan, le barrette nutrizionali, le medicine che permettono di ottenere prestazioni in tutti gli ambiti, gli esseri umani stessi sono surrogati di se stessi.
Verso gli spazi più intimi e fondamentali della nostra esistenza, vengono promossi prodotti, idee e comportamenti che cercano di allontanarci dalla vita reale, verso una vita fittizia, virtuale, sintetica, nella quale l’esperienza interiore è sostituita con l’immagine mistificata che la società ha di noi.
Una menzogna ripetuta all’infinito non diventa vera, ma rende la mistificazione una pratica socialmente accettabile, il senso del vero si perde dietro alla consapevolezza che ogni verità potrebbe contenere, in tutto o in parte, una mistificazione.
La persona più abile e generosa può apparire, in questo contesto, troppo bella per essere vera, la persona più spregevole può apparire santificata da verità inventate.
Accettando di delegare il potere di definire la verità al sistema tecnologico e mediatico accettiamo di vivere in un vortice di informazione prodotta per sostenere una mistificazione piuttosto che un altra.
Il pandemonio causato dal coronavirus ha reso maggiormente apprezzabile l’idea di un’esperienza di vita surrogata, mascherata, nella quale cerchiamo il riconoscimento del gruppo senza dover incontrare i singoli.
A scrivere la storia dei nostri giorni saranno ancora i vincitori di una guerra fatta di menzogne, ma le capacità tecnologiche alle quali siamo pervenuti ci consentiranno di creare mistificazioni di proporzioni mai viste prima.
Mentiamo a noi stessi, e ogni giorno è più difficile sorprenderci nel farlo, la vita surrogata fagocita quella reale.
Fica
La pornografia ha sostituito e surrogato la sessualità, il porno è anche il primo campo di applicazione delle nuove tecnologie, che si affermano e trovano i loro standards in questo ambito, a ragione degli alti budget a disposizione.
L’industria pornografica oggi si concentra da un lato sulla categorizzazione maniacale dei diversi generi pornografici, includendo oltre a razza, proporzioni corporee, numero dei partecipanti, età, colore dei capelli, orientamento sessuale, ecc. ; dall’altra sulla possibilità di rendere maggiormente immersiva l’esperienza di fruizione dei contenuti ad un costo accessibile a tutti.
L’obiettivo è quello di creare un perfetto surrogato dell’atto sessuale, eliminando l’atto in sé, attraverso l’eliminazione dell’altro, sostituito da un monitor, da un visore, da una bambola, da un robot, l’esperienza della sessualità non deve essere condivisa e può rispondere alle aspettative specifiche del fruitore.
L’utente può scegliere esattamente cosa deve succedere o a cosa vuole assistere, non ci sono sorprese o rischi di alcun genere.
La sessualità come profonda unione con un altro essere umano, e come istante di beatitudine, vuole essere sostituito da un atto realistico e meccanico, essenzialmente falso ma più vicino alle nostre preferenze, più facile, più sicuro.
Il sesso come funzione primaria ed irrinunciabile dell’esperienza umana, può essere accantonato e sostituito da una mistificazione che soddisfi la pulsione, senza compromettere la nostra asettica solitudine.
Il contatto con un altro essere umano è vissuto come potenzialmente pericoloso a livello fisico e psicologico, la soddisfazione delle nostre pulsioni primarie deve avvenire senza conseguenze e sensi di colpa, interfacciandosi con una macchina che non ha coscienza, non può scegliere né soffrire. Gli organi sessuali un tempo venerati e utilizzati quale simbolo di virilità e abbondanza, hanno già perso parte della loro funzione e conseguente importanza, l’atto sessuale, la presenza di un sesso di genere maschile e di uno di genere femminile, la fertilità di entrambe le persone coinvolte, non sono più necessarie per il concepimento.
L’atto in se si è trasferito dalla zona genitale alla zona cerebrale, il sesso degli anni venti è metafisica pura.
aZione
L’artista degli anni venti, deve URLARE che almeno UNO non è disposto a specchiarsi nelle menzogne che ci vengono raccontata ogni giorno.