Akira Zakamoto è nato amato.
Ha un amico immaginario
che compie grandi imprese,
detto Luca Motolese.
Dipinge e inventa cose futili,
sulla spiaggia vino e mitili.
Legge tanto e scrive poco,
morirà prima o dopo.
man mask

Per i Maori della Nuova Zelanda, la cosa donata ha uno spirito (Hau), l’obbligo del contraccambio viene dalla natura stessa della cosa donata, la quale, lungi dall’essere inerte e passiva, sarebbe dotata di uno «spirito», che peserebbe come una forza esterna sul donatario fino a imporgli di ricambiare. Secondo questa teoria, lo «spirito della cosa donata» avrebbe origine dalla traccia che i singoli individui lasciano sugli oggetti delle diverse forme di scambio.
A mio avviso è que ...Continua

La macchina del 2023 è “intelligente”.
Può creare anche se non può dire perché lo stia facendo.
La macchina è un nostro burattino al quale vogliamo attribuire intelligenza, vogliamo poter dire di esser stati così bravi da infondere un intelligenza superiore alla nostra, in una nostra creazione.
“L’intelligenza” artificiale di Instagram discrimina i post in base ai simboli in essi contenuti, è capitato di recente ad un post raffigurante un mio quadro.
Il p ...Continua

Legge buoni libri e vende belle moto, per me è sufficiente per definirlo una persona interessante con cui ho piacere di bere un bicchiere di vino.
Infatti i suoi consigli in fatto di libri mi risolvono interi mesi di letture.
Non sono di nuovo a Roma solo per incontrare Bruno, devo incontrare diverse persone e pianificare la mostra di Francoforte con Gio, e poi mi sembrava giusto essere qui a testimoniare una nuova perdita per il paese.
I miei gesti di sincera e disinteressata ...Continua

In queste tele rivivono Gundam, Actarus, Devilman e Goldrake. Guerrieri ed eroi, eletti a giustizieri supremi nella pittura di immagini tutt’altro che sentimentali, quanto più evocative e significative. Sono immagini che trasmettono messaggi inequivocabili, spesso ironici, talvolta surreali, attraverso un linguaggio universale che si appella ai ricordi dei cartoni animati, ancora oggi presenti nella memoria di chi guarda.
Nella raffigurazione del guerriero-eroe, subi
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Akira Zakamoto compone istantanee stupite e silenziose, dove i protagonisti sono i bambini che osservano ciò che gli uomini hanno fatto: giocano alla guerra, si dilettano col massacro. Ecco allora tra la realtà fotografica, il manga giapponese e l’orrore quotidiano mettere in scena operazioni belliche che inficeranno l’infanzia innocente costretta suo malgrado a seguire da spettatore inerme ciò che accade. Ai giochi si sostituiscono le macerie, alla meraviglia e alle r
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Akira Zakamoto a mio avviso ha tutte le carte in regola per considerarsi un artista giapponese, per un motivo molto semplice: quando era bambino aveva una sana mania, quella di dedicarsi in ogni momento della giornata alla lettura dei fumetti giapponesi. Questa per lui è stata inizialmente l’esperienza del bambino che legge storie di eroi del tutto surreali, delle metafore eccitanti. Giunto poi il momento della scelta professionale, decide di diventare pittore, e diventa p
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